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13 March 2024

Quel terribile e temibile amore per la guerra




Strana gente sul fronte occidentale. Hanno cresciuto i figli del dopoguerra (i cosiddetti baby boomers) e poi i loro figli, i loro nipoti e magari pronipoti con il dogma secondo cui la guerra - ohibò! - è la Madre di tutte le calamità terrestri. A scuola ci hanno fatto leggere e imparare poesie e canzoni contro la guerra. A questo proposito mi piace citare quella arcinota di Bertold Brecht:

La guerra che verrà non è la prima.
Prima ci sono state altre guerre.
Alla fine dell'ultima 
c'erano vincitori e vinti.
Fra i vinti la povera gente 
faceva la fame. 
Fra i vincitori faceva 
la fame la povera gente
egualmente.


Non che dicesse bugie, il signor BB, dato che è vero che le guerre scoppiano, si espandono a macchia d'olio, ma poi quando i popoli vanno in miseria, avanzano le carestie con città ridotte in macerie, senza più un tetto sopra la testa, con topi di chiavica che scorrazzano da tutte le parti, afflitti da malattie ed epidemie, laceri e senza più nulla nelle mense, con fiumane di profughi infestati di pidocchi, ci si dimentica del perché i conflitti siano scoppiati. Questo non lo vogliono mai tenere a mente i guerrafondai da salotto, quelli che credono di poter fare delle guerre, quello che si fa col telecomando di un televisore: cambiare canale di fronte a paesaggi desolati come quello testé descritto. Ma ora? Improvvisamente la guerra è diventata un'opzione da non escludere. Specie se nucleare. In particolare, se c'è di mezzo il nuovo uomo coi baffetti (un Putin con tanto di reductio ad hitlerum  ad uso copertina di magazine americani come il TIME), uomo da far fuori ad ogni costo con una cordata di alleanze internazionali, su modello tutti contro uno. A cosa si deve questo mutamento di rotta dall'irenismo al bellicismo più grottesco e velleitario? 
In realtà di violazioni all'art. 11 della costituzione, ce ne sono già state con le guerre per procura e le guerre per l'"esportazione per la democrazia" (Iraq, Afghanistan, Libia), tutte sotto bandiera Nato. Altrimenti chiamate "missioni di polizia internazionale" contro il Terrorismo. Ma tutto era relegato e circoscritto a "fronti lontani". E a nessun governante saltava il ticchio come Macron attorniato dal suo esercito di ziette dedite a la vie en rose, di parlare di attacchi terrestri. Un amore per la morte che il toy-boy dell'Eliseo ha  appena mostrato mettendo l'aborto in costituzione.  O di Ursula von der Leyen passata con disinvoltura da baronessa vestale delle iniezioni Pfizer, a protettrice di  missili, bombe e armamenti vari. Adesso all'allegra brigata, si è aggiunto anche il polacco Donald Tusk. Non pago dell'insensatezza del vecchio "Morire per Danzica", aizza i polacchi a "morire per Kiev"  per il tramite di  affermazioni  assai gravi come queste: 
"I tempi della calma beata sono finiti. L'epoca del dopoguerra è passata. Viviamo in tempi nuovi, in un'epoca prebellica. In effetti, per alcuni dei nostri fratelli non siamo nemmeno più nel periodo prebellico. È una guerra su vasta scala nella sua forma più crudele", ha aggiunto. "Non è colpa nostra se il nostro vocabolario quotidiano include ancora una volta parole come combattimenti,bombardamenti,attacchi missilistici, genocidio". (fonte: AGI


Per non dire del cancelliere tedesco Olaf Scholz e dell'invio indiretto (passando per la GB) di missili Taurus, al governo di  Kiev. Ho già aspramente criticato anche Giorgia Meloni e i suoi bamboleggiamenti pro Zelensky, rimasta come un coniglio ammutolito di fronte alla sua scellerata proposta di stilare liste di proscrizione di cittadini italiani pro Putin. Ma ora torno a  insistere: non fate più scherzi da preti! Nessun italiano vuole morire per Kiev - mettetevelo in testa. E già che siamo in tema, non vuole morire nemmeno sotto attacco Houthi solo perché la Meloni  si è  sbilanciata con un carnefice macellaio come Netanyhau, ragione questa, che ci sottopone a notevoli ritorsioni. Che vada a imparare l'arte della Diplomazia dal fantasma di Andreotti, così bravo a tenere i piedi in parecchie scarpe: col mondo occidentale e col mondo arabo, con la Nato ma anche con chi ci riforniva di petrolio. Non mi piace affatto quel suo atteggiamento di suffragetta bombarola con elmetto. Non so cosa le abbiano promesso all'Aspen o al CFR et similia, ma è certo che se la sua politica estera (quella che in Italia, paese colonia, non abbiamo mai avuto) si limita ed essere quella del giunco che si piega di continuo ai loro voleri, beh, la sua fortuna farà in fretta a scemare e la sua carriera a venire sbalzata via. Per il momento c'è l'assegnazione del premio Atlantic Council 2024, importante think tank - lo stesso premio già assegnato a Draghi nel 2022, nel segno di una perfetta continuità col suo predecessore. Per i cittadini italiani, non è  certamente un buon indizio.



In questi giorni c'è grande polemica nei confronti del Papa e della sua intervista sulla tv svizzera, colpevole per una volta tanto, di aver fatto il Papa. Il Vaticano sarà corrotto e da tempo non è più un vero riferimento per i cattolici, ma non si può dire che non abbia  i suoi canali d'informazione con notizie fresche sul fatto che "la martoriata Ucraina" sta combattendo una guerra che è già persa in partenza. Pertanto, continuare il conflitto, non può che far aumentare nuove vittime, nuovi civili. Inoltre l'accenno alla "bandiera bianca", che tanto ha fatto scalpore, non è in sé segno di resa, ma di richiesta di una trattativa. La utilizzavano anche gli indiani quando volevano trattare coi soldati yankee e viceversa.  Perché allora non cercare di immettere energie nel negoziare allo scopo di raggiungere un accordo invece di evocare l'Apocalisse? Ma questo non lo afferma solo Bergoglio; lo dice pure Lucio Caracciolo della rivista di geopolitica Limes, uomo di provata fede atlantista. Ecco le parole proibite che non si pronunciano più nel nuovo lessico bellicista attuale che tanto piace alle cancellerie europee: negoziato, trattativa, compromesso.  

"L'avvicinarsi della possibilità di una guerra mondiale atomica" scrive lo psicologo Claudio Risé "è una prospettiva talmente folle ed empia (distrugge la creazione) che diventa del tutto irrilevante chi ha ragione e chi ha torto".  "Ognuno dei belligeranti in qualsiasi situazione sia, è colpevole in quanto più o meno dominato dal fascino mortifero della guerra" (...)

Per scendere nel pratico, dato che i soldati ucraini ormai scarseggiano, si danno alla macchia e non vogliono più saperne di combattere, non vorrei che in questa Neuropa in preda ad un cortocircuito permanente, coi suoi guerrafondai da salotto chic, passasse l'idea di inviare truppe di nostri soldati. Si ricorda che all'Ucraina abbiamo versato fior di  quattrini, inviato armi,  mentre gli ucraini vengono ospitati in veste di profughi che scappano da un conflitto, quindi con uno status di privilegiati, rispetto ad altri. Pertanto, nessun soldato italiano osi mettere lo stivale sul suolo fangoso ucraino. Ma soprattutto, dopo oltre due anni di conflitto dal quale non se ne viene a capo, è diventato tassativo farla finita. E questa non è solo un'idea del Papa, ma è il comun sentire d'ogni italiano di buona volontà. La Nato non è  più da tempo un sistema di alleanze, addetto alla nostra sicurezza e protezione, ma persegue finalità aggressive ed espansioniste, confermandosi il braccio industrial-militare e finanziario della globalizzazione a guida anglo-americana.

Santa Eufrasia

08 March 2024

Dobbiamo credere ai ripensamenti di Schillaci sul green pass globale?




I conti non tornano. In questi giorni mi è giunto su WhatsApp la conferma che la Ue ha approvato il European Digital Wallet,  (29 febbraio, data non propriamente scaramantica), ponendo le basi per un sistema di credito sociale di tipo cinese. Durante i negoziati, gli eurodeputati hanno garantito disposizioni volte a salvaguardare i diritti dei cittadini e a promuovere un sistema digitale "inclusivo", evitando la discriminazione contro le persone che scelgono di non utilizzare il portafoglio digitale. Ma essendo già passati per l'aberrazione del green pass (ufficialmente "non obbligatorio" nonostante i ricatti), c'è davvero da crederci? Tutto questo, mentre in Italia il decreto PNRR del 2 marzo compare già sulla Gazzetta Ufficiale con l'art. 43 (Interoperabilità delle certificazioni sanitarie digitali) nel quale si parla esplicitamente di green pass globale. (foto in alto, chi volesse può ingrandirla).  

Il  6 marzo su "La Verità" compare un onesto articolo di Francesco Borgonovo che tenta di far luce sul garbuglio. Il titolo è già chiaro e fa venire i brividi "I soldi per rendere eterno il green pass presi dal fondo per risarcire i danneggiati da vaccino". Schillaci (uomo del CTS dell'era Speranza) assai imbarazzato tenta di fare macchina indietro, assicurando che il governo provvederà a correggere il tiro. Ecco le sue parole testuali: "In sede di conversione del decreto -legge, verrà presentato un emendamento per riformulare il testo e ricondurre la norma agli obiettivi PNRR in tema di salute, a partire dalla piena operatività del fascicolo sanitario elettronico"... Dichiarazioni queste, che compaiono su tutti i media  mainstream.

"Vedremo se alle parole seguiranno i fatti" - conclude scettico, Borgonovo. "a questo punto è più obbligatorio del vaccino". Scetticismo più che condiviso. 
La mia impressione personale dopo aver letto  detto articolo? 
Ennesima trappola truffaldina ennesimo ritrattazione della trappola. Fino alla prossima trappola. Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. Anche perché la piattaforma resta lì, pronta per essere caricata come un'arma da fuoco. Inoltre ci sono le elezioni europee, già in odore di fortissime astensioni. E mostrare un governo compiacente verso queste temibili museruole digitali, non porta voti. Andiamo avanti. 


Il giorno 7 marzo c'è un giallo all'interno della stessa "Verità". Il titolo è altamente trionfalistico (VITTORIA: L'ITALIA SI SFILA DAL GREEN PASS ETERNO DELL'OMS), mentre il contenuto dell'articolo firmato sempre da Borgonovo, resta giustamente dubbioso e cogitabondo. Chi si intende un po' di mondo giornalistico sa che i titoli non li fa mai l'autore dell'articolo. Corro a leggere il pezzo e apprendo che Schillaci, il  suo sottosegretario alla Salute Marco Gemmato e Franco Zaffini, presidente della commissione Salute, si mettono a parlare di "fake news fatte circolare ad arte" che ovviamente era il caso di smentirle per fugare dubbi, allarmismi e preoccupazioni non sempre giustificati. Non mancano poi le rassicurazioni di Gemmato secondo cui toglieranno come fonte di finanziamento le mani dal fondo per i danneggiati per attingere a "fondi propri del Ministero" (domandina impertinente: a quali?).  L'infrastruttura informatica dovrebbe servire ad altri scopi per viaggiare - sostengono ancora dal Ministero della Salute. 
 Claudio Borghi della Lega fa l'esempio dell'Africa e della "febbre gialla" come se tutti dovessero recarsi in Africa in cerca di epidemie.  E l'onesto Borgonovo ci fa capire nel nuovo articolo del 7 marzo che restano tutti i dubbi e che certe "manine" speranzifere al nuovo ministero restano ancora operative.  Ecco cosa scrive il segretario generale Giovanni Leonardi del dipartimento One Health (Salute Unica, un nome un programma): 
"La rete globale di certificazione sanitaria dell'OMS rappresenta un'importante opportunità per utilizzare l'esperienza acquisita durante la pandemia di Covid-19 per attenuare l'impatto di future emergenze sanitarie, costituendo un importante contributo all'agenda sanitaria globale e contribuendo anche ad un futuro allineamento globale delle norme in materia di certificati sanitari. (...)". 



Chiaro no? I dirigenti del Ministero ancora sollecitano una norma che consenta di mantenere operativa l'infrastruttura digitale del certificato verde. A confermare tutti i dubbi di Borgonovo c'è l'avvocato Renate Holzeisen, legale coi fiocchi che già si distinse ai tempi della pandetruffa difendendo i numerosi diritti costituzionali calpestati dei non vaccinati,  con il suo tweet su X (ex twitter) che potete leggere anche sul sito di Blondet. In pratica la Holzeisen, esperta in diritto internazionale ci fa capire a chiare lettere che al vincolo di mandato europeo, non si può trasgredire. Ennesima presa per i fondelli a carattere pre-elettorale di Schillaci & Co. Il pecorame va mantenuto  calmo e mansueto fino alla fine delle elezioni.  Poi, passata la festa, gabbato lo Santo. Per questo non dobbiamo cascarci più. Questa è gente che mente come respira.  

San Giovanni di Dio

02 March 2024

Bombe, siringhe e Grandeur


 Avevamo un'alta stratega militare e non lo sapevamo. Ursula va alla guerra, mette l'elmetto, indossa la tuta mimetica e  calza pure gli anfibi per l'attacco terrestre. Più siringhe, più armi e viceversa - è il suo motto. Una guerra in Europa forse “non è imminente”, ma “non è impossibile“, preconizza Ursuletta, che da von der Leyen, grazie alla sua campagna vaccinale, è diventata von der Pfizer (mancano all'appello i patti sconci fatti con Albert Bourla tuttora coperti da segreto militare) e ora, von der Bomben. Gli Stati devono capire che “la pace non è permanente” e per questo l’Ue deve investire maggiormente in armi nei prossimi cinque anni, “dando priorità agli appalti congiunti nel settore della Difesa. Proprio come abbiamo fatto con vaccini o con il gas  naturale“. 


Insomma, Ursula, con quelle mossettine compite da kellerina da Oktoberfest,  fa sul serio e dalla "permacrisi" (paroletta magica inventata da lei)  è   passata alla "permaguerra". Per non essere da meno, gli fa eco il galletto Macron-Napoléon. Vladimir Putin, viene indicato non come un autocrate da riportare nel recinto della legalità internazionale attraverso la diplomazia, ma come un dittatore da schiacciare ad ogni costo. E Macron ora indossa il cappello napoleonico, il famoso bicorno nero con la sua coccarda blu, bianca e rossa e gli stivaloni da affondare nel fango delle steppe, pronto  per la campagna di Russia. Macron-Napoléon non fa mistero, sull’ipotesi di un impiego di truppe di terra in Ucraina. "Dichiarazioni che hanno provocato la reazione contrariata della maggior parte dei leader europei, delle stesse istituzioni, degli Stati Uniti e della Nato (e ti credo! E' una dichiarazione di intenti di III Guerra Mondiale). Nemmeno il tempo di far rientrare questo innalzamento della tensione con Mosca, che ha parlato di “guerra inevitabile” in caso di coinvolgimento diretto dell’Alleanza, che la presidente della Commissione chiede un piano di riarmo quinquennale (come Stalin) in funzione anti-russa" (fonte: Il Fatto quotidiano).  Un tempo questi due megalomani  squinternati sarebbero stati indicati come i classici "scemi di guerra".  Ora, invece si fa fatica a trovare una vignetta che li ridicolizzi come meritano. In particolare Macron-Napoléon dovrebbe ripassare un po' di storia, e ricordarsi che la Russia ha portato una iettatura tremenda, alla Francia napoleonica. Quando si vuol parlare di una disfatta militare, si dice infatti "una campagna di Russia". Qualcuno gli parli della battaglia di Borodino e del gen. russo Kutuzov. 


Conclusione congiunta dei due "scemi di guerra": "Per questo è necessario continuare a rifornire Kiev di armi, per rafforzare un argine che inizia a mostrare segnali di cedimento". Pertanto, Ursula e Emmanuel uniti nella lotta contro lo Zar di tutte le Russie. 

L'album delle figurine non è completo senza questa foto di Giorgia Meloni ringraziata più volte da Biden durante il suo passaggio a Washington per quanto ha fatto per l'Ucraina, nel quadro del G7. L'incontro è stato suggellato da un paterno bacetto sulla sua fronte, da parte di Sleepy Joe. Fiera di non aver mai votato per questa servetta arrampicatrice sociale e anti-sovranista. Voglio sottolineare che questo è il primo governo nella storia della Repubblica che ci coinvolge in due guerre altamente rischiose e stressogene: quella russo-ucraino e quella sul Mar Rosso contro i guerriglieri yemeniti di nome Houthi, detta missione ASPIDES (come aspide, nomen/omen) e definita "difensiva" da Tajani, il cui comando operativo è a carico dalla nostra  MM con la sua flotta navale di portaerei, cacciatorpediniere missilistiche, fregate e pattugliatori. 

Georgia on my mind

Sant'Angela de la Cruz

25 February 2024

Una nuova Stasi digitale globale



L'argomento sulla sorveglianza e videosorveglianza universale è già stato trattato su questo blog quando questo processo era solo agli inizi. Lo feci nel 2010 a proposito dei body scanner installati negli aeroporti col pretesto della "lotta al terrorismo internazionale", e nel 2011. Da allora però, le cose sono precipitate. Oggi si parla addirittura di abilitare quanto prima sugli smartphone le nostre carte di identità, patenti, tessere sanitarie, certificato elettorale, mandando al macero quelle cartacee.  Un universo smaterializzato a base di avatar,  di App da scaricare, di punteggi da ricaricare. Con il rischio nemmeno troppo remoto, di furti di identità. 
Gli scontrini fiscali? Inquinano anche quelli e creano rifiuti (figurarsi, minuscoli come sono!) , pertanto vanno sostituiti con pagamenti digitali anche per un caffè o una brioche. Caffè digitale, brioche digitale, gelato digitale, eccetera. Esiste, a tal proposito, un saggio sociologico di Shoshana Zuboff che è già diventato un classico della moderna sociologia. Non l'ho letto integralmente, ma solo qualche pagina riportata in altri testi, il cui  titolo è  "Il capitalismo della sorveglianza", ma a mio avviso, stante così le cose, più che di capitalismo (ormai in fase di smaterializzazione anche questo), si dovrebbe parlare di Finanza comunista della sorveglianza. Sì, perché siamo precipitati nell'era delle de-industrializzazione e smantellamento degli asset con conseguente fine del lavoro,  e della de-agricolturizzazione sostituita da parchi eolici e fotovoltaici. Tutto ciò che è reale, tangibile e che dà lavoro dev'essere smantellato a beneficio dell'ambiente. Ovvero di un' entità astratta che si chiama Pianeta -  quasi una divinità mitologica a nome Gaia. Questo lo si è visto in modo brusco e accelerato durante i confinamenti da "pandemia" (procurata). Smart working, didattica a distanza e altre bellurie tecnologiche, pensate appositamente per venire controllati e per distaccare con violenza l'uomo dal posto di lavoro e dai luoghi di  studio (scuole, università e Atenei). Ovvero da fonti di lucro e di guadagno nel caso del lavoro, e da luoghi di aggregazione sociale, di crescita intellettuale e di  interscambio culturale, nel caso dello studio. Anche l'essere umano è diventato improvvisamente superfluo e si parla senza tanti riguardi, di ridurre la popolazione mondiale. Come, senza troppe inibizioni, si parla di "rapporto di fine vita" per coloro i quali aspirassero a diventare vegliardi longevi.
Le cosiddette smart cities (città intelligenti) sembrano pensate apposta per un ferreo controllo sull'individuo: niente mezzo privato, negozi a portata di mano, mezzi di locomozione "sostenibili" (parola insopportabile) come biciclette e monopattini. Tragitti brevi e controllabili. Nel quadro dello smantellamento di tutto l'esistente (deindustrializzazione, imposizioni climatiche e falso ecologiste contro la CO2), la Ue ci prepara la sua partecipazione alla IIIa GM che sussidiamo con l'invio di armi. E tutti sappiamo che quando ci sono guerre alle porte, le libertà diminuiscono e si restringono a vista d'occhio. Mentre l'ossessione ecologista, di fronte a bombe a grappolo, sparatorie, missili, droni, cannonate con tutti i residui di piombo e uranio, all'improvviso pare svanire. 

 Il progetto di una grande Stasi (l'ex organizzazione di spionaggio e sicurezza della DDR) a carattere  digitale mondiale è coadiuvato e supportato egregiamente dalle tecnologie informatiche, da algoritmi e IA. 
Non c'è più bisogno di vedere nastri da registrazione e uomini con la cuffia che spiano, origliano, fanno i Guardoni del Sociale dalle finestre come nel film sulla DDR "Le vite degli altri". 
In realtà le vite altrui sono già da tempo, le vite di tutti. Solo la banale videosorveglianza cittadina posta agli angoli delle strade è in grado di fotografare i nostri volti, i nostri movimenti e sapere perfino quanto tempo sostiamo davanti alle vetrine dei negozi. I varchi elettronici fotografano le nostre targhe automobilistiche, pronti a multarci al minimo sgarro (il passaggio con un giallo di un semaforo sospetto che lo fa durare solo poche frazioni di secondo, per poi far scattare subito il rosso). Ma non basta. Nel mondo degli avatar, degli ologrammi  e delle immaginette sul display del telefonino, eliminare la carta d’imbarco aerea e i documenti d’identità, per quanto digitalizzati o memorizzati nello smartphone o nello smart watch, e salire su un aereo usando semplicemente il nostro volto come lasciapassare, è diventata la nuova sfida dei viaggi intercontinentali. Diverse iniziative negli aeroporti di tutto il mondo e per opera di alcune compagnie aeree stanno rendendo la prospettiva dei dati biometrici, sempre più usuale, con il nome di Face Boarding, già installati nell'aeroporto di Linate e di Fiumicino
La scusa aurea? Sicurezza e lotta contro il "terrorismo internazionale".



Torno alle smart cities . Quest'anno ne sono state selezionate 64 tra le varie europee. Per l’Italia partecipano Catania, Firenze, Pescara, Emilia Romagna – Rete Svezia, Unione Comuni della Grecia Salentina e per la Lombardia: Mantova, Busto Arsizio e la vicina Legnano.

 I programmi sono chiari: decarbonizzazione e riduzione della CO2, crescita sostenibile e transizione verde, energie rinnovabili e altre sòle ripetute ad nauseam dall'eurocrazia.  Una riflessione particolare merita il cenno all'economia circolare, focalizzata su un deciso aumento del controllo e  della differenziazione dei rifiuti. Anche qui sta prendendo piede una sorta di polizia dei rifiuti urbani, una micro Stasi quotidiana nella Big Stasi digitale mondiale. 
A tal proposito, mi risulta che i comuni lombardi di Busto Arsizio e di Legnano stiano mettendo allo studio l'ipotesi di un microchip sulla spazzatura: meno ne fai, più sei un cittadino ecologicamente corretto. Paga meno tasse sullo smaltimento rifiuti il "virtuoso" ecologista; paga più tasse il "consumista" sprecone. La Cina, con il suo "credito sociale", la sua algocrazia e con i suoi microchip,  non è mai stata così vicina. 
Ma non dovevamo esportare la democrazia  presso altri popoli perché da noi ce n'era già abbastanza? 

II domenica di Quaresima


NB: Sulla biologia sintetica, il 5G, le nanotecnologie, la sorveglianza dei corpi  mediante la medicina "da remoto", il Transumanesimo indotto dell'uomo cyborg segnalo questo video contenuto in questo link:

19 February 2024

Bertolaso e il patentino a punti del buon salutista




Bertolaso, assessore al Welfare della Regione Lombardia ne ha pensata una bella: il patentino a punti del buon salutista virtuoso. Per ridurre i costi della Sanità, sulla scia del famigerato green pass, ecco un'altra trovata che rassomiglia tanto al credito sociale alla cinese in salsa sanitaria: più sei obbediente, più fai controlli e screening, più punti avrai sulla tua tessera sanitaria."Premialità" è il nuovo magico neologismo usato da Bertolaso, basato sugli "incentivi": "ingressi nei centri termali di altissima qualità" nonché "ski pass gratuiti sui comprensori montani". Premi per i buoni e obbedienti, castighi per i cattivi e disobbedienti. Dalla cultura della prevenzione si passa quindi alla subcultura della colpa, come ai tempi della tragica Pandefarsa. Perciò, se ti ammali è perché hai disobbedito ai moniti dello "Stato terapeutico".
Così, dal diritto alla Sanità, si passa al dovere e all'obbligo di essere sani con tanto di meccanismo automatico di premi e di castighi. Senza contare il fatto che i nostri dati, vengono riutilizzati dalle grandi multinazionali farmaceutiche, grazie alla interoperabilità dei dati già promossa dal governo Draghi. Il quale Draghi, per chi non ha la memoria di un insetto come molti sembrano avere, fece consultare i nostri fascicoli sanitari dal Fisco per multare chi rifiutava l'inoculazione. Parlo di quei famigerati 100 euro che continuano a far slittare in avanti (ora sono stati rinviati fino al 31 dicembre di questo 2024) senza cancellarli definitivamente, ad opera dell'Agenzia delle Entrate. Inoltre i dati sono il nuovo "oro" moderno dei quali le grandi corporation chimico-farmaceutiche (e non solo) vanno ghiotti. Basta un clic, e il superstato etico-terapeutico tiene in ostaggio i nostri corpi. Complimenti davvero per la trovata geniale!
Il nostro corpo deve diventare l'ultima frontiera del loro controllo e della loro predazione, che si spinge fino ad avere su di noi diritto di vita e di morte. Così, mentre si fingono interessati alla nostra salute mediante  premi e "premialità" (parola orrenda!) sono sempre loro ad aprire laboratori regionali per l'eutanasia (detta ipocritamente, la dolce morte). Rifiutiamo tassativamente ogni forma di simili scelleratezze! Per approfondire il concetto di "biosicurezza" che le élite ci stanno imponendo attraverso i loro servi (non importa se "di destra" o "di sinistra"), ecco questo illuminante breve scritto di Giorgio Agamben comparso nel 2020 che citando Foucault e Patrick Zylberman scrisse:

 
Patrick Zylberman aveva descritto il processo attraverso il quale la sicurezza sanitaria, finallora rimasta ai margini dei calcoli politici, stava diventando parte essenziale delle strategie politiche statuali e internazionali. In questione è nulla di meno che la creazione di una sorta di “terrore sanitario” come strumento per governare quello che veniva definito come il worst case scenario, lo scenario del caso peggiore. È secondo questa logica del peggio che già nel 2005 l’organizzazione mondiale della salute aveva annunciato da “due a 150 milioni di morti per l’influenza aviaria in arrivo”, suggerendo una strategia politica che gli stati allora non erano ancora preparati ad accogliere. Zylberman mostra che il dispositivo che si suggeriva si articolava in tre punti: 1) costruzione, sulla base di un rischio possibile, di uno scenario fittizio, in cui i dati vengono presentati in modo da favorire comportamenti che permettono di governare una situazione estrema; 2) adozione della logica del peggio come regime di razionalità politica; 3) l’organizzazione integrale del corpo dei cittadini in modo da rafforzare al massimo l’adesione alle istituzioni di governo, producendo una sorta di civismo superlativo in cui gli obblighi imposti vengono presentati come prove di altruismo e il cittadino non ha più un diritto alla salute (health safety), ma diventa giuridicamente obbligato alla salute (biosecurity).

Tutto ciò si è puntualmente verificato e lo abbiamo già vissuto sulla nostra pelle, ma è sciocco illudersi che questo incubo sia finito. 
Per chi volesse approfondire il concetto di Biosicurezza, consultate questo link di Agamben. 




Senza dimenticare, per rimanere in tema, la brutale deriva che sta avvenendo sotto il governo Macron in Francia, governo che vara la censura su che fa propaganda contro i vaccini Covid e affini. Con tre anni di carcere e 45.000 euro di multa per chi critica trattamenti terapeutici "ritenuti sicuri" dallo stato. Cosa hanno in mente di confezionare? E' evidente che se dovesse passare un simile provvedimento da regime di Pol Pot, andrebbe a farsi benedire la libertà di cura, di espressione, di ricerca scientifica, e il microbiologo più bravo ma non ortodosso al mondo, Didier Raoult, (obiettivo principale dell'omiciattolo Macron) diventerebbe il moderno Galileo contro la nuova Inquisizione biopolitica. La scienza al servizio del potere produce solo mostri e orrori.

San Mansueto